C’ è un presagio,
in questo annuente,
dolce e sfinito,
onnivoro settembre,
di passi conclusi,
di nebbie amorose,
di versi graffiati,
di dolori scoscesi,
di gioie rattenute.
E non può,
non può non essere
che esistere non Sia,
che volontà svapori,
scherzo di Folle,
svagata Sconfitta,
eppur rotante Macchina.
Ad ascosi Splendori
non mi ritraggo,
sconfitto al disiare,
indomata speme.
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